di Saverio Rubini (*)
La creazione e la gestione di un sito Web che sia accessibile implica un utilizzo combinato di competenze di tecnici informatici e di esperti di comunicazione, che operino in modo strettamente integrato tra loro.
Dal punto di vista della comunicazione, la pubblicazione di pagine Web all'interno di un sito può essere considerato un processo che ha molte analogie con quello della pubblicazione di una rivista. Le attività iniziali sono destinate all'organizzazione dei contenuti e alla loro gestione organica, per permettere il raggiungimento degli obiettivi editoriali. Queste attività fanno parte dell'architettura di conoscenza e di comunicazione, che deve sovrintendere alla creazione del sito e all'aggiornamento dei contenuti nel tempo.
Le riviste sono cartacee e forniscono principalmente informazioni sotto forma di testi. I siti Web, invece, sono degli ipertesti multimediali e hanno una infrastruttura tecnologica del tutto diversa da quella di una rivista.
Oltre a ricavarne notizie e informazioni, tramite pagine Web si possono prelevare documenti, applicazioni informatiche, moduli operativi e, soprattutto, erogare servizi di vario genere. Spesso questi ultimi sono basati sull'utilizzo di moduli compilabili a distanza che sono integrati in applicazioni Web complete, quali quelle per interrogare banche dati, per gestire sistemi informativi, per fruire di formazione a distanza e per prenotare appuntamenti.
Se tutto questo viene reso possibile per qualsiasi utente che acceda al sito, indipendentemente dal contesto (tecnico, fisico, umano, culturale) nel quale opera, allora il sito può essere definito accessibile.
Non va trascurato il fatto che, dal punto di vista tecnico l'accessibilità riguarda le singole pagine Web e rappresenta uno stato ben preciso, rilevato in un certo momento. Di conseguenza, l'intero sito deve essere sottoposto a specifiche di progetto puntuali e l'accessibilità va monitorata nel tempo.
In particolare, lo si potrebbe gestire con apposite applicazioni a standard aperto di CMS (Content Management System) e, meglio, di CMF (Content Management Framework), che, quanto meno, garantiscono a monte l'uniformità tecnica dell'infrastruttura.
Dal punto di vista tecnico, l'accessibilità è basata sull'utilizzo di linguaggi, tecnologie e tecniche di progettazione delle pagine Web che seguono gli standard e le raccomandazioni internazionali. Queste attività fanno capo a competenze informatiche piuttosto ampie, i cui naturali collettori sono i webmaster, tecnici specializzati in linguaggi e tecnologie per il Web.
Tecnicamente parlando, per avere un sito Web accessibile occorre utilizzare tecnologie standard, seguire le raccomandazioni che sono emanate dal Consorzio delle 3 W (noto con il suo acronimo W3C) e progettare delle pagine Web che siano il più possibile indipendenti dall'apparecchiatura con la quale le pagine verranno lette.
Nell'ambito del W3C, il 15 maggio 1999 il gruppo di lavoro WAI (Web Accessibility Iniziative) ha rilasciato un documento che contiene le raccomandazioni tecniche e metodologiche da mettere in atto perché un sito sia accessibile: il WCAG 1.0.
In estrema sintesi, per avere un sito accessibile dal punto di vista tecnico la pagine Web devono:
Questi sono solo i primi passi per avere l'accessibilità di una pagina Web, necessari per permettere una fruizione dei contenuti il più possibile indipendente dai dispositivi. Essi valgono anche se la gestione del sito è dinamica, con linguaggi di scripting lato server (come PHP, ASP o JSP), con ambienti CMS (Content Management System) o CMF (Content Management Framework).
La scelta dell'ambiente di sviluppo, poi, impatterà sulla portabilità del sito (vedere paragrafo successivo sull'argomento).
Alcuni aspetti dell'accessibilità, in Italia sono stati anche regolamentati normativamente.
Per avere un sito Web realmente accessibile, però, occorre soprattutto che esso abbia un'architettura di conoscenza e di comunicazione che tenga conto dei contenuti, dei servizi che si intendono erogare nelle pagine e di aspetti di usabilità del sito. Tutto questo implica interventi mirati sul progetto strutturale del sito e delle modalità di interfaccia da parte dell'utente.
Un sito Web viene pubblicato su computer dedicati collegati in Rete, nei quali sono installate specifiche applicazioni server. I sistemi di elaborazione dati, però, nel corso del tempo possono cambiare per motivi tecnici o per opportunità.
Per garantire la portabilità di un sito Web, la progettazione deve prevedere il loro sviluppo con sistemi che abbiano le varie componenti tecnologiche di tipo standard:
Con la dizione "standard" ci si riferisce al fatto che i contenuti e i servizi forniti dal sito Web non debbano poter essere utilizzati solamente se gestiti con uno specifico sistema operativo, con una certa versione di esso oppure con un particolare ambiente di lavoro.
In altre parole, la portabilità di un sito Web deve essere garantita:
(*) Ingegnere elettronico, funzionario tecnico dell'Agenzia delle Entrate, autore di articoli e di libri di informatica, webmaster, docente di tecniche e applicazioni informatiche nel mondo del lavoro. Sito Internet: http://www.srubini.it
In Italia le raccomandazioni del W3C sono state recepite inizialmente da una direttiva dell'AIPA (ora CNIPA) del 6 settembre 2001.
Più recentemente, il 9 gennaio 2004 è stata emanata la legge
Stanca 4/2004 che impone l'obbligatorietà dell'accessibilità per
i siti Web di enti e istituzioni pubbliche. Il regolamento di attuazione,
le linee guida e le note metodologiche per la valutazione dell'accessiblità
sono in documenti riportati nel sito http://www.pubbliaccesso.gov.it.
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