di Mirto Silvio Busico (*)
Utilizziamo tutti i giorni i nostri calcolatori per leggere, scrivere, mandare e ricevere lettere e documenti, ma raramente ci chiediamo come sono fatti questi documenti, cosa ci serve per usufruirne, quali vincoli abbiamo messo/rimosso alla nostra capacità di comunicare.
Prendiamo, per esempio, un nostro documento, magari proprio questo articolo e facciamo un po' di luce sulla sua natura con annessi e connessi.
Un documento è composto da:
Una volta la parte fisica era semplice: inchiostro su carta o qualcosa di equivalente ed il mezzo di accesso era la capacità di leggere e scrivere.
Oggi il documento è diventato elettronico la sua manifestazione fisica è più articolata ed i mezzi di accesso sono svariati e con diverse capacità.
E' necessario ora riflettere sul fatto che ci ritroviamo in una situazione analoga a quella tipica di un passato alquanto lontano.
Andiamo nell'antico Egitto. Pochissimi sapevano leggere e scrivere; queste persone appartenevano alla casta degli scribi e la loro vita era dedicata a fornire agli altri l'accesso a messaggi/documenti scritti.
Tipicamente, quando qualcuno doveva inviare un messaggio, la trafila tra mittente e destinatario era la seguente:
Con il documento elettronico seguiamo la stessa trafila:
Concentriamoci sulla prima fase: l'autore che interagisce con un programma di videoscrittura e genera un file.
Gli strumenti di interazione sono:
Quando digitiamo i caratteri sulla tastiera, il programma di videoscrittura li codifica secondo un suo standard particolare e li scrive sul disco del calcolatore. Contemporaneamente ci mostra sul monitor una rappresentazione di quello che abbiamo digitato.
Quando abbiamo finito di "creare" il nostro documento, possiamo chiudere il programma di videoscrittura e troviamo il file corrispondente sul disco del calcolatore.
Ogni programma di videoscrittura usa un suo particolare modo di scrivere il contenuto del file. Torniamo all'esempio precedente. Abbiamo tre scriba: uno nero che scrive in inglese, uno bianco che scrive in tedesco ed uno giallo che scrive in cinese.
Se voglio mandare un messaggio ad un mio amico e lo detto allo scriba nero, devo fare in modo che il mio amico abbia a disposizione un altro scriba nero che glielo possa leggere.
Ancora: se detto i documenti (tesine, libri, articoli...) allo scriba bianco, la posta allo scriba nero e le pagine Web allo scriba giallo, vuol dire che i destinatari dei miei scritti debbono avere sottomano gli scriba di tutti i colori.
Un concetto da tenere bene a mente è che non c'è nessuna correlazione diretta tra il formato del file sul calcolatore (la "lingua" dello scriba) e la rappresentazione del documento sul monitor o sulla carta.
Il formato del file ha senso solo per il particolare programma di videoscrittura che lo ha generato (ossia lo scriba di un determinato colore).
Quello che vedo sul video o sulla carta è una rappresentazione del documento per me intellegibile (corrisponde allo scriba che mi legge il documento).
Questa rappresentazione ha due componenti essenziali:
Un insieme di caratteri (la rappresentazione di tutte le lettere dell'alfabeto) ha un proprio nome che la distingue. Facciamo un esempio: un documento potrebbe essere scritto utilizzando la famiglia di caratteri "DejaVu".
Questa famiglia è composta da diversi insiemi di caratteri, ognuno con attributi diversi rispetto all'insieme di base.
In genere i caratteri non fanno parte del documento. Quindi se la persona che riceve il mio messaggio/documento non ha a disposizione gli stessi caratteri, verranno utilizzati caratteri differenti scelti tra i più somiglianti (lo scriba che ha scritto il testo ha una voce molto diversa da quella dello scriba che lo rilegge).
Se tutto ciò non cambia l'intelligibilità del testo, può invece sconvolgere il formato del documento: le pagine non iniziano e finiscono dove avevo stabilito, le figure possono apparire su pagine differenti da quelle previste, e così via.
Dunque, per poterci esprimere non ci basta avere gli stessi scriba; questi devono anche coincidere per colore, voce ed altre caratteristiche.
Questa situazione è, ovviamente, da incubo, come può testimoniare chiunque abbia dovuto mettere insieme un documento con contributi di persone diverse.
Ogni volta che più persone devono collaborare alla creazione di un unico documento elettronico, è necessario che i vari contributi (parte astratta del documento) diano vita ad una rappresentazione (parte fisica del documento) che sia omogenea ed armonica nel modo di presentarsi. Cioè il formato del documento deve essere congruente.
I modi per ottenere tale risultato sono molteplici e variano come impegno di lavoro, complessità e strumenti utilizzati.
Questi metodi si possono raggruppare secondo due metodologie principali:
Questa metodologia prevede che gli autori forniscano il testo puro del loro contributo.
Una diversa persona, con competenze di "desktop publishing", è incaricata di creare il formato, completo di illustrazioni, del documento.
In taluni casi, la gestione delle immagini, la scelta dei colori, ed altri aspetti estetici sono delegati ad un grafico di professione.
Vorrei sottolineare ancora una volta le diverse professionalità:
Se ognuno è esperto nel proprio mestiere, il documento prodotto risulta di alto livello.
Se vogliamo, questa è la versione povera del metodo precedente. Non avendo a disposizione dei professionisti dedicati alla realizzazione della parte fisica del documento, si utilizzano gli strumenti tipici dei programmi di gestione dei testi.
Questi programmi hanno la possibilità di utilizzare un particolare documento di riferimento, spesso chiamato "foglio di stile" o con nomi analoghi, che contiene tutte le caratteristiche di formattazione che possono essere utilizzate nel documento.
Nel gruppo degli autori, i più competenti nell'area della formattazione dei documenti creano in primis uno o più documenti di riferimento, ossia uno o più fogli di stile a seconda delle necessità.
Successivamente, tutti gli autori creano i loro contributi utilizzando solo ed esclusivamente le formattazioni definite nel documento di riferimento.
Alla fine uno degli autori viene delegato ad unire tutti i contributi in un unico documento.
Abbiamo visto che sono cose ben distinte quello che abbiamo in testa, quello che finisce sul computer e quello che appare sul monitor o sulla carta.
Abbiamo esaminato il processo che ci consente di creare un documento elettronico utilizzando un programma di videoscrittura.
Abbiamo imparato qualcosa sui caratteri e la loro rappresentazione.
Infine ci siamo affacciati sul grande mondo dell'editoria che coinvolge più autori.
Siamo soltanto all'inizio perché molto altro ci sarebbe da dire. Questo non voleva essere un trattato, ma soltanto lo stimolo per la curiosità del lettore, al fine di indurlo ad approfondire l'argomento della trasformazione delle idee in bit.
Sito | Titolo | URL |
---|---|---|
OpenOffice | Open Office in italiano | http://it.openoffice.org/ |
Scribus | Scribus home | http://www.scribus.org.uk/index.php |
Laboratori Nazionali di Frascati | Appunti di informatica libera | http://www.lnf.infn.it/computing/doc/AppuntiLinux/ |
Sourceforge | DejaVu fonts | http://dejavu.sourceforge.net/wiki/index.php/Main_Page |
(*)
Consulente in ICT (Information and Communication Technology)
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Per programma di videoscrittura
si intende un qualunque programma che consente, utilizzando un
video ed una tastiera, di generare un file e di rileggerlo. Esempi
sono gli elaboratori di testi (Microsoft Word, OpenOffice Write),
browser di posta (Microsoft Outlook, Mozilla Mail, Evolution), programmi
di "desktop publishing" (Adobe Pagemaker, Scribus)
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Qui inteso come archivio
elettronico che risiede su un disco del computer e che ha un suo formato
interno di rappresentazione dei dati che dipende dal programma che lo ha
creato.
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Un qualunque mezzo informatico
che consente lo spostamento di un file da una macchina ad un'altra. La
posta elettronica è l'esempio più immediato, ma ci sono anche
le reti peer-to-peer, le condivisioni di dischi in rete, i programmi di
trasferimento come l'FTP (File Transfer Protocol - protocollo di
trasferimento dei file) tra cui citiamo WinFtp, Kbear, Filezilla
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In realtà la tastiera
genera dei numeri binari; questi numeri vengono presi in carico dal
"sistema operativo" che li trasforma in altri numeri, secondo
una particolare codifica, in funzione del "mappaggio della tastiera":
una tastiera italiana, una tedesca, una russa ed una greca generano
lo stesso scancode per lo stesso tasto, quello che cambia è il disegno
del carattere sul tasto, e la "mappa" che utilizza il sistema
operativo per tradurre lo scancode in un carattere codificato. La
codifica per le lingue europee attualmente più in uso è la
ISO8859-15.
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Stiamo semplificando,
in realtà il programma scrive nella memoria del calcolatore e periodicamente,
o su comando, trasferisce il contenuto della memoria su disco. Ecco
perché,
quando il computer si spegne, o il programma si blocca, viene perso
tutto quello che si era fatto dall'ultima scrittura sul disco.
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Anche qui stiamo semplificando.
Sul monitor viene mostrata una rappresentazione di una parte del
documento che oltre a mostrare il testo, ne mostra anche la "formattazione"
carattere, colore, posizione sulla pagina, e così via.
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Ogni carattere ha una
larghezza diversa: la "i" è una delle lettere più strette
e la "m" una delle più larghe. Questi caratteri sono
più gradevoli a vedersi di quelli a larghezza fissa (ogni carattere
ha la stessa larghezza) ma non consentono incolonnamenti precisi.
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Le grazie sono quegli
abbellimenti che ornano le estremità delle lettere.
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Particolari programmi
di videoscrittura particolarmente orientati alla formattazione della
pagina e con possibilità di intervento sul documento di livello tipografico.
Ne sono esempi Scribus, Quark Xpress e Adobe PageMaker
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In inglese "word
processor". Come Microsoft Word, OpenOffice Writer, Koffice
Kwrite ed innumerevoli altri.
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